2020 IN CRESCITA NONOSTANTE L’EMERGENZA

Il 2020 del Porto di Ortona, nonostante la pandemia Coronavirus che ha rappresentato uno degli avvenimenti più nefasti degli ultimi decenni, ha fatto registrare una crescita nei dati di fine anno, con numeri incoraggianti in entrata, in uscita e in termini di quantitativo di merci movimentate. A fare da traino per lo scalo ortonese è stato sicuramente il settore agroalimentare, andremo più avanti a vedere perché.

NUMERI E BASI SOLIDE SU CUI PUNTARE

Andando a snocciolare qualche numero, il Porto di Ortona ha fatto registrare, nel pieno dell’emergenza, quasi 600 movimenti in entrata ed in uscita, con un totale di circa un milione di tonnellate di merce movimentata complessivamente. Numeri sicuramente ottimi che rappresentano una crescita iconica rispetto al 2019, pur non essendoci allora alcuna emergenza in atto. A fare la differenza è stato sicuramente l’onere di cui lo scalo adriatico si è fatto carico, ovvero quello di rispondere a pieno all’esigenza del settore agroalimentare in entrata ed in uscita. Proprio da qui bisogna ripartire per un futuro in cui questo Porto può e deve dare di più.

BUROCRAZIA DA COMBATTERE, MA RUOLO DI CENTRALITA’ CONSOLIDATO

In un momento di estrema delicatezza il Porto di Ortona ha dunque confermato, se possibile consolidando e potenziando, il suo ruolo centrale in ambito di logistica integrata nel territorio, un tema sensibile e quanto mai caldo. Ciononostante sono diverse le problematiche che ancora caratterizzano lo scalo abruzzese, peculiarità legate in gran parte a cavilli burocratici ben noti. Quello del dragaggio è, ad esempio, un annoso problema che va avanti da anni, così come quello del completamento della banchina di riva, con possibilità di avere a disposizione un numero maggiore di pescaggi, rendendo dunque ulteriormente funzionale lo scalo. A livello infrastrutturale vanno invece migliorati ed ottimizzati i collegamenti fra il casello autostradale di Ortona ed il Porto.

GLI OBIETTIVI

Una “politica” di affiancamento e di apertura nei confronti delle imprese, con una maggiore fluidità nella realizzazione oltre che nel completamento di opere strutturali ed infrastrutturali volte a valorizzare ulteriormente il Porto di Ortona, consegnerebbe di fatto al territorio un polo primario in ambito logistico, fiore all’occhiello dell’Abruzzo nel mondo. Tutto questo, chiaramente, da accompagnare ad un inevitabile processo di innovazione al quale, come spesso specificato e sottolineato, nessuna impresa di nessun settore può sottrarsi.

(https://www.buonefra.com/porto-di-ortona-il-covid-non-scalfisce-le-prospettive/)